Illuminare l'arte: Museo Schifanoia

In collaborazione con lo studio di architettura QB Atelier di Ferrara degli arch. Filippo Govoni e Federico Orsini, Illuminare Srl si è occupata di ridefinire l’apparato illuminotecnico delle sale e delle teche espositive dell’ala trecentesca e quattrocentesca del Museo di Palazzo Schifanoia a Ferrara, riaperto al pubblico nel maggio 2021, dopo una lunga chiusura durata 10 anni a causa del terremoto del 2012. 

La riapertura ha portato con sé il totale ripensamento della logica espositiva e di relazione con il visitatore ridefinendo la percezione delle opere attraverso la geometria dei sistemi espositivi e soprattutto tramite una nuova luce.

La richiesta ha riguardato sia l’illuminazione ambientale, con l’obiettivo di mettere in risalto le lavorazioni strutturali quali affreschi e soffitti, sia l’illuminazione puntuale inserita nelle teche o rivolta a valorizzare opere esposte singolarmente, come il sarcofago in marmo di Prisciano Prisciani ricco di bassorilievi. 

Sperandio Savelli, Sarcofago di Prisciano Prisciani, 1473 ca., marmo

L’obiettivo è stato quello di creare con l’aiuto della luce, un museo che si visita come una vera e propria mostra individuando spazi definiti da giochi di luci e ombre. Il risalto dato dalla luce, in questo caso, è focalizzato a far spiccare gli oggetti in esposizione e i loro dettagli per carpire attenzione e curiosità del visitatore.

LA PROGETTAZIONE

Il processo di progettazione è avvenuto in stretto dialogo con QB Atelier, gli allestitori, il direttore del museo Giovanni Sassu e l’architetto Lucia Angelini di Fondazione Ferrara Arte, i quali ci hanno trasmesso il progetto e le relative problematiche.

Tramite sistema Dialux abbiamo ricostruito ogni sala completa di teche e provveduto alle verifiche simulando le opere che sarebbero state esposte per meglio rendere l’idea del risultato finale. Una volta definito e approvato il progetto illuminotecnico, è stato effettuato un sopralluogo per la prova sul campo utilizzando due prototipi di teche contenenti opere d’arte.

Per l’intervento la scelta è caduta su due tipologie di prodotto. Per l’illuminazione delle teche nell’ala trecentesca abbiamo scelto XAL Nano+ Turn, un sistema componibile dotato di moduli di differenti lunghezze e disponibile con diversi tipi di ottiche. La scelta dei moduli e delle ottiche è stata variata in funzione del tipo di opera e della modalità di applicazione del sistema.

Per le teche espositive dell’ala Quattrocentesca, invece, vista la differente tipologia di esposizione, abbiamo deciso di utilizzare XAL Nano Just, in esecuzione speciale realizzato appositamente per questo intervento.

La qualità dei led (CRI95) consente di apprezzare le opere nel miglior modo possibile, rispettandone cromie ed esaltandone i particolari in maniera equilibrata e non invadente. Il risultato finale è un’illuminazione curata nei dettagli che si intreccia perfettamente con l’intento comunicativo del Museo e l’obiettivo di far muovere il visitatore in uno “spazio moderno tra memoria ed emozione della visione”, come afferma il direttore Giovanni Sassu.

Il 23 ottobre sarà inaugurata per la prima volta anche l’ala Trecentesca fino ad oggi chiusa al pubblico.

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